L’acqua è un bene comune che appartiene a tutti gli abitanti della Terra. A nessuno, individualmente o come gruppo, è concesso il diritto di appropriarsene a titolo di proprietà privata. L’acqua è patrimonio dell’umanità. La salute individuale e collettiva, l’agricoltura, l’industria e la vita domestica sono profondamente legate ad essa.
La vita nei villaggi si basa su di una agricoltura di sopravvivenza, praticata nel breve volgere della stagione delle piogge, da giugno ad ottobre, con l’obiet-tivo di produrre miglio e qualche altro cereale da immagazzinare nei tipici granai di paglia per il so-stentamento della famiglia nel corso dell’anno. Si pratica un allevamento di polli o capre o vacche nella misura in cui è disponibile un po’ di foraggio ed una piccola pesca negli stagni dove si conserva l’acqua piovana per tutto il periodo di siccità (da ottobre a giugno senza piogge intermedie). Lacqua di questi stagni è anche quella che si beve [al massimo fil-trata da un sottile diaframma di terreno superficiale che si ottiene scavando a mano un pozzo a poca di-stanza dallo stagno stesso), con tutto il suo conte-nuto di micro e macrorganismi, e che viene usata per ogni necessità. Le caratteristiche igieniche di quest’acqua sono tanto malsane che l’acqua stessa è il veicolo principale attraverso il quale si contrag-gono la dissenteria, il tifo e molte gravi parassitosi che seminano la morte e le sofferenze più crudeli soprattutto fra i bambini. Abbiamo direttamente osservato durante nostre missioni che le cose vanno molto meglio dal punto di vista sanitario in quei villaggi che hanno la fortuna di avere un pozzo, da cui ogni famiglia può attingere quei 10/15 litri d’acqua al giorno per le minime necessità alimentari ed igieniche.
Al momento attuale (2019), la nostra associazione ha realizzato cinque pozzi per l’estrazione di acqua potabile in altrettanti villaggi isolati nella savana, permettendo alla popolazione un approvvigionamento idrico corretto e salutare. Con solo € 9.000 è possibile realizzare un pozzo.